Bevagna

Le edicole

L’invito a salutare l’immagine sacra della Vergine, riprodotta a ridosso della cinta muraria di Castelbuono, accoglie il viandante distratto. Una grande scritta, datata 1925, esorta un’affettuosa deferenza nei confronti della Madonna con Bambino, che da oltre cinque secoli è assisa in trono nei pressi dell’unica via d’accesso al castello. L’affresco, attribuito a Giovanni di Corraduccio, autore dell’importante ciclo pittorico di Montefalco, è tra i più antichi ancora presenti all’interno di edicole sacre e maestà del territorio comunale di Bevagna.

La maestà di Corraduccio è stata sottoposta ad un recente restauro, grazie all’opera meritoria della Pro loco Cantalupo, Castelbuono.
Allo stesso periodo risale il dipinto della Madonna del Core, nei pressi di Bevagna, raffigurante una Madonna con Bambino, in trono, che tiene in mano un cuore. Mutilato negli anni sessanta della facciata principale, l’edificio apparteneva alla tipologia delle chiese di campagna, sparse nel territorio ed escluse dalla presente indagine conoscitiva. Dopo un quarto di secolo, il complesso fu sotto­posto a restauro conservativo a spese dei devoti del luogo.
La Madonna con Bambino è sicuramente il soggetto maggiormente rappresentato dalla religiosità popolare, tanto nella pittura quanto nella scultura. Tra gli affreschi si segnalano quelli delle edicole nella facciata delle chiese di Sant’Agostino e di Santa Margherita o nella controfacciata di Porta Foligno così come nel sovrapportale della Santissima Annunziata.
Notevole il bassorilievo in pietra di Santa Maria in Laurentia. Una crocifissione, invece, è presente nell’edicola di Castelbuono, all’interno del borgo. Numerosi anche i santi rappresentati, legati alla tradizione popolare e posti quasi sempre ai lati dell’immagine principale: san Rocco e san Sebastiano, invocati quali protettori contro la peste, santa Lucia per la vista e santa Apollonia contro il dolore dei denti, tanto per citarne alcuni. Non mancano le effi­gi del patrono san Vincenzo e del compatrono beato Giacomo Bianconi, a cui i bevanati avevano eretto anche una chiesa, così come gli abitanti di Castelbuono in onore di santo Stefano.
Si è persa ogni traccia delle maestà «del catino» (1585), «di Santa Maria Maddalena» (1588) e quella denominata «fra li ponti» (1598), di cui si trova riscontro nel registro dei battezzati del tempo. Altri neonati furono abbandonati presso le maestà «della Nunziata» e «delle molina» che conservano, probabilmente, la stessa struttura muraria di allora, anche se il dipinto originario è andato completa­mente perduto.
La scarsa profondità delle nicchie o l’eccessiva umidità del terreno circostante le maestà ha contribuito non poco al deterioramento delle opere, eseguite da apprezzati artisti, autori di autentici capolavori all’interno delle chiese. Gradualmente gli affreschi furono sostituiti da bassorilievi in terracotta, maioliche policrome e sculture, non sempre di pregio ma meno soggette agli agenti atmosferici. Spesso le immagini furono ritoccate o riproposte da modesti fre­scanti e improvvisati artisti; anche le semplici targhe o i mediocri dipinti, tuttavia, svolsero un ruolo determinante sia per la conservazione della struttura che come punto di aggregazione della religiosità popolare.
Pesanti le perdite riscontrate, inoltre, nei sovrapportali delle chiese e delle edicole prive di un’adeguata protezione, la copertura, seppure tardiva, in San Domenico e a Castelbuono ha contribuito ad evitare la totale perdita dell’opera, come nel caso delle nicchie vuote di Santa Maria in Laurentia, di San Silvestro, di Porta Cannara e della maestà di Collepoppo. Tracce di affresco permangono nella volta della nicchia a Cantalupo (Luccioli) e nella maestà della Santissima Annunziata, prima del suo totale rifacimento (1993).
La paura, le avversità, il dolore e l’incolumità personale hanno spinto gli uomini a ricercare la protezione divina e a rifugiarsi nella preghiera, anche per propiziare un buon raccolto o per la protezione del bestiame, rivolgendosi alle immagini poste lungo le vie o nei crocicchi. Quando alla preghiera faceva seguito un evento straordinario il luogo diveniva meta di curiosi e di fedeli invocanti una grazia.
Tra il XVI e il XVII secolo, a Bevagna furono edificate chiese e santuari, che inglobarono al loro interno le immagini miracolose, a cui si rivolgeva una moltitudine crescente di folla. Una delle maestà di Pancascio, operaio di Bevagna, eretta lungo la Flaminia fin dal 1462, quale dono votivo, fu oggetto di particolare venerazione intorno al 1500 a seguito della guarigione di un mietitore chiamato Bollone. Per ringraziare la Madonna, il cardina­le legato di Perugia, Alessandro Riario, anch’egli miracolosamente guarito dalla sua infermità, si recò a Bevagna e salì processionalmente sull’altura di Colpulito. Da allora gli eventi soprannaturali e le offerte per il tempio votivo si moltiplicarono. Nel 1583 fu posta la prima pietra per la costruzione del santuario della Madonna delle Grazie, con l’approvazione del vescovo di Spoleto Pietro Orsini e del consiglio comunale. L’immagine miracolosa della Madonna con Bambino benedicente, attribuita al Maestro di Rasiglia fu collocata nell’altare maggiore, priva dei santi Giovanni Battista, Luca, Bernardino da Siena, Caterina e Lucia; analoga sorte per la maestà con, al centro, la Vergine Immacolata con Bambino, inglobata in un altare laterale, mancante dei santi Pietro, Paolo, Cristoforo e Antonio Abate.
Risale al 1691 la chiesa della Madonna della Rosa, ubicata lungo l’antica via Flaminia che conduce a Foligno; l’edificio, con interessante pianta ottagonale, accoglie nell’altare principale l’immagine miracolosa di una maestà, rappresentante la Madonna con il Bambin Gesù che tiene una rosa in mano.
La devozione per l’immagine miracolosa della Madonna della Valle, ha generato un fenomeno opposto, che raggiunse il suo apice tra le due guerre: protagonista Pierino Stortini che nel 1880 scoprì una chiesetta abbandonata e ricoperta di rovi nel bel mezzo di un bosco e comin­ciò a ripararla. Ben presto la voce che in quella chiesina sperduta tra i monti si sentissero dei canti e che la Madonna vi facesse molte grazie, creò un movimento popolare a favore del santuario.
Denaro ed oggetti preziosi erano offerti alla santa immagine di Maria Santissima della Valle dalle migliaia di pellegrini che accorrevano a pregare e ad invocare una grazia, anche se «le voci di alcuni prodigi erano assolutamente false e che taluni sottoposti alla critica non regge­vano alla prova».
Pur condividendo che la santa effigie meritasse venerazione, l’autorità ecclesiastica vietò ai sacerdoti di celebrare la messa nel tempio.
I fatti precipitarono con l’intervento della forza pubblica, quando nel settembre 1883 operò il sequestro degli og­getti e dei denari raccolti. Nell’ottobre successivo i cara­binieri, dopo aver allontanato i pellegrini, «con atto insano e sacrilego, a punta di spada radiarono dal muro della pic­cola, ma artistica abside, la bella ed antica pittura della Madonna».
Ma i pellegrinaggi proseguirono e un quadro fu posto in sua vece. Durante la prima guerra mondiale, con manifesti e opuscoli a stampa, lo Stortini invitava i fedeli alle feste religiose in onore di Maria Santissima della Valle.
Lungo la strada che conduce al santuario alcune edicole e numerose maestà, da lui stesso dipinte, testimoniano ancora oggi la frenetica attività svolta dal medesimo per diffondere la devozione popolare per la Vergine della Valle, a cui si rivolgeva anche per far cessare la pioggia incessante. Fu condannato e arrestato per aver praticato abusivamente l’esercizio religioso in una stanza della propria abitazione di Torre del Colle, trasformata in luogo di venerazione, dove erano esposti i gioielli offerti in elemosina dai fedeli.
Nel recente saggio di Luciana Brunelli Quando saltarono i ponti. Bevagna 1943-44, a cui si rimanda, sono analizzati anche alcuni aspetti legati alla devozione popolare.
Pierino Stortini: un ‘falso profeta’ è il titolo di un apposito capitolo che ripercorre i difficili rapporti intercorsi con l’autorità ecclesiastica e con le forze dell’ordine.
Un ulteriore capitolo è dedicato alla cruenta morte di don Michele Lilli, avvenuta il 16 giugno 1944. La mattina in cui gli alleati entrarono a Bevagna, il parroco di Santa Maria in Laurentia fu trucidato mentre ritornava a casa. Ad un anno di distanza, sul luogo in cui il furore e la barbarie raggiunsero livelli altissimi, fu edificata una maestà con il ricavato di una sottoscrizione, «voluta dal popolo stesso».
Torniamo ad occuparci dello Stortini per segnalare i dipinti di santa Lucia e santa Apollonia in due maestà; la Madonna con Bambino e san Giuseppe sono invece riprodotti in due edicole. Sconosciuti gli altri soggetti realizzati nelle altre 40 edicole e maestà edificate o trasfor­mate, secondo la tradizione, dal medesimo.
Sacrificate in nome del «progresso» al pari di altre testimonianze devozionali della cultura e della tradizione po-
polare, molte immagini sacre, scampate al pericolo di distruzione durante l’ultimo conflitto furono, infatti, ab-
battute per consentire l’ampliamento delle stesse strade presso cui erano state innalzate.
Dimenticate le suppliche rivolte per un congiunto in guerra o per un pericolo, scampato o incombente, in pieno sviluppo economico la logica del profitto indivi­duale prevalse rispetto alla venerazione e all’arte.
A farne le spese, come abbiamo già riferito, anche la Madonna del Core, posta al bivio della strada che conduce a Torre del Colle e la maestà delle Quattro chiavi, in località omonima, eretta all’incrocio tra le strade che collegano Bevagna a Gaglioli e Torre del Colle al santuario della Madonna delle Grazie; analoga sorte fu riservata a quella di Sant’Anna, lungo la strada omonima.
Nessuna traccia della maestà dedicata a sant’Antonio Abate, realizzata presso il campo della fiera di Bevagna, mentre altre sono individuabili solo in alcune piante topografiche del territorio.
La devozione verso la Madre di Dio, tuttavia, non è mai cessata. Statue di scarso valore artistico e commerciale, raffiguranti la Madonna di Lourdes o di Fatima, colloca­te all’interno di modeste nicchie ne sono la testimonianza, anche se molte edicole affrescate o dipinte sui muri della città, dove un tempo lampade elettriche brillavano in occasione di feste o processioni, giacciono in deplorevole abbandono.
Troppo poco si è fatto per la tutela di un patrimonio, a lungo ed erroneamente considerato minore. Maggiormente soggette ad atti di vandalismo e di inciviltà le immagini più distanti dai centri abitati.
Non mancano tuttavia, oltre agli esempi di cui abbiamo riferito, lodevoli iniziative di tutela da parte di privati cittadini o di comitati spontanei.
Tra i primi segnaliamo il distacco di un affresco raffigurante san Sebastiano e san Rocco ai lati della Madonna con Bambino. L’iconografia del dipinto, posto lungo la via che attraversa Cantalupo, potrebbe far pensare alla presenza di un lazzaretto per il ricovero dei pellegrini.
Poco distante dal primo, sotto un ampio loggiato, una Annunciazione è stata sottoposta a restauro per consolidare l’affresco e rimuovere lo spesso strato di sporco che la ricopriva. Una nuova costruzione, in sostituzione della demolita Maestà delle quattro chiavi, è ancora opera di privati.
Alla solerzia del parroco è da attribuire il restauro dell’edicola esterna di Sant’Agostino e al ciclo mariano di absidiole interne alla stessa chiesa. Con i fondi per il ter­remoto si è provveduto al recupero degli affreschi esterni alla chiesa di San Domenico e Giacomo, una modesta ceramica è stata posta da un comitato cittadino all’interno della ripristinata maestà, nei pressi di Limigiano, dedicata alla Madonna delle Grazie.
L’iconografia della santa Casa di Loreto ha preso il posto della preesistente Madonna nera, effigiata presso la maestà dell’Arquata.
Ben tre le maestà restaurate dal centro sociale di Capro, nel territorio di propria competenza. Le immagini della Santissima Annunziata e della Madonna dell’Universo, con accanto i protettori san Pasquale Baylon e sant’Antonio da Padova, realizzate in maiolica di Deruta, sostituiscono le precedenti opere.
Un dipinto di Luigi Frappi è stato posto all’interno della bella maestà di Collepoppo, dedicata alla Madre di Dio-Madre Nostra, abbandonata per lungo tempo.
Tra i promotori dell’iniziativa anche il francescano padre Gerardo Starnini, il Comune di Bevagna e la Comunità montana dei Monti Martani e del Serano.

Bevagna - Bevagna, «Madonna delle Stecche» [BEV004]
Bevagna – Bevagna, «Madonna delle Stecche» [BEV004]
968 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Maestà totalmente ricoperta di intonaco ad eccezione di una cornice in laterizio; presenta tetto a due spioventi con copertura a tegole laterizie. Si tratta di una struttura complessa,…

Bevagna - Bevagna, «Maestà delle Quattro chiavi» [BEV024]
Bevagna – Bevagna, «Maestà delle Quattro chiavi» [BEV024]
687 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Maestà in laterizio con tetto a doppio spiovente e copertura in coppi; è stata costruita al posto di un’edicola precedente, da cui prende nome la località, completamente distrutta…

Bevagna - Bevagna, chiesa dei Santi Domenico e Giacomo [BEV061]
Bevagna – Bevagna, chiesa dei Santi Domenico e Giacomo [BEV061]
1024 687 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Edicola collocata sul muro sopra la porta laterale della chiesa dei Santi Domenico e Giacomo, prospiciente la piazza DATAZIONE XIV secolo STATO DI CONSERVAZIONE Buono IMMAGINE ICONOGRAFIA Madonna…

Bevagna - Bevagna, chiesa dei Santi Domenico e Giacomo [BEV063]
Bevagna – Bevagna, chiesa dei Santi Domenico e Giacomo [BEV063]
1024 749 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Sovrapportale della facciata d’ingresso della chiesa dei Santi Domenico e Giacomo IMMAGINE ICONOGRAFIA Madonna con Bambino fra due coppie di santi (Domenico e Giacomo?) AUTORE/ATTRIBUZIONE Scuola fabrianese TECNICA…

Bevagna - Bevagna, chiesa della Madonna del Cantone [BEV050]
Bevagna – Bevagna, chiesa della Madonna del Cantone [BEV050]
618 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Nicchia collocata nel muro, sopra la porta d’ingresso di una chiesa di campagna (detta chiesa del Cantone) IMMAGINE ICONOGRAFIA Madonna TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE Ceramica dipinta; stato…

Bevagna - Bevagna, chiesa della Madonna dell'ulivo [BEV044]
Bevagna – Bevagna, chiesa della Madonna dell’ulivo [BEV044]
687 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Edicola edificata a ridosso di una chiesetta denominata Madonna dell’Ulivo DATAZIONE 1954 STATO DI CONSERVAZIONE Discreto DIMENSIONI Devozionale IMMAGINE ICONOGRAFIA Madonna col Bambino contornata da ramoscelli d’ulivo DATAZIONE…

Bevagna - Bevagna, chiesa della Santissima Annunziata [BEV042]
Bevagna – Bevagna, chiesa della Santissima Annunziata [BEV042]
1024 574 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Nicchia ad arco collocata sopra il portale d’ingresso della chiesa della Santissima Annunziata DATAZIONE 1495 STATO DI CONSERVAZIONE Discreto, nonostante sia rimasta lesionata dopo il sisma del 1997…

Bevagna - Bevagna, chiesa di Sant'Agostino [BEV083]
Bevagna – Bevagna, chiesa di Sant’Agostino [BEV083]
687 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Nicchia collocata sopra il portale d’ingresso della chiesa di Sant’Agostino DATAZIONE Fine XV secolo STATO DI CONSERVAZIONE Buono IMMAGINE ICONOGRAFIA Madonna con Bambino e santi: Madonna in trono…

Bevagna - Bevagna, chiesa di Santa Margherita [BEV068]
Bevagna – Bevagna, chiesa di Santa Margherita [BEV068]
1024 889 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Elegante edicola che sormonta il portale della facciata principaledella chiesa di Santa Margherita DATAZIONE 1271, completamente rinnovata nel 1640 STATO DI CONSERVAZIONE Buono: in occasione dei restauri post…

Bevagna - Bevagna, corso G. Amendola [BEV084]
Bevagna – Bevagna, corso G. Amendola [BEV084]
1024 796 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Nicchia ricavata nel muro sopra la porta d’ingresso di un’abitazione privata IMMAGINE ICONOGRAFIA Cherubino TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE Sei piastrelle in ceramica policroma; stato di conservazione buono…

Bevagna - Bevagna, corso G. Amendola [BEV089]
Bevagna – Bevagna, corso G. Amendola [BEV089]
687 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Edicola con sportello in legno e rete metallica, inserita in una bella cornice alla cui sommità è il simbolo della Madonna STATO DI CONSERVAZIONE Discreto USO ATTUALE Devozionale…

Bevagna - Bevagna, corso G. Amendola [BEV094]
Bevagna – Bevagna, corso G. Amendola [BEV094]
768 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano

EDIFICIO DESCRIZIONE Quadro con cornice in ferro affisso sulla parete di un edificio IMMAGINE ICONOGRAFIA Il beato Giacomo Bianconi, compatrono della città, mentre riceve uno spruzzo di sangue da una…

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