Castel Ritaldi – Mercatello, numero civico 54 «Madonna del grano» [CAS016]

680 1024 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
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STORIA DEL LUOGO
Il paese si formò sul confine di tre comuni, Castel Ritaldi, Montefalco e Trevi (fino al 1816-1818). Le case verso il Ruicciano appartengono al comune di Montefalco, dato che il torrente faceva da confine più in qua dove corre la strada per la Fratta, prima che fosse arginato dalle prime bonifiche, forse benedettine; vicino infatti si vede sull’altura la chiesa di S. Donato, priorato benedettino. La chiesina rurale di S. Cassiano conserva affreschi datati 1510 e 1529. Del luogo si tramandano toponimi suggestivi come “Popolo romano” e “strada delle Semite”: il primo, Populus Romanus, si incontra in una vertenza di confine del 1346 tra Trevi e Castel Ritaldi, il cui verbale trascritto da D. Natalucci nel 1720 è nell’Archivio Storico Comunale di Trevi, Archivio delle tre chiavi, B 1, reg. 24, c. 10r e c. 12v; il secondo è in D. Natalucci, Historia universale dello stato temporale ed ecclesiastico della città di Trevi, 1745, a cura di C. Zenobi, Foligno, 1985, p. 341. Oggi, Mercatello è il quinto agglomerato del comune

EDIFICIO

DESCRIZIONE
L’edicola è sulconfine di Castel Ritaldi con Montefalco, all’incrocio della Strada Provinciale Tuderte con la strada della Fratta di Montefalco, rivolta ad ovest, profondamente incorporata nel muro di un’abitazione privata, a cm. 105 dal vecchio piano di calpestio, ribassato di alcuni decimetri rispetto al livello stradale. All’inizio la cappella fu costruita isolata, nel mezzo del crocicchio, come si può arguire dalla porzione di tetto ribassato e dal corpo difforme della costruzione che l’ha incorporata
DATAZIONE
XVI secolo (?)
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto dopo il recente consolidamento della casa che ha interessato anche l’edicola
USO ATTUALE
Posta al fianco di un’arteria di notevole traffico, è oggetto d’attenzioni e decoro floreale
DIMENSIONI
cm. 142x132x105

IMMAGINE

ICONOGRAFIA
Madonna che abbraccia il Bambino appoggiato sopra il ginocchio destro e regge con la sinistra un mazzo di spighe
DATAZIONE
Il rimaneggiamento del 1933 ne rende difficile la datazione, tuttavia l’impostazione rinvia al XVI secolo
AUTORE/ATTRIBUZIONE
Se non è possibile risalire all’autore della pittura, probabile rifacitore è Vincenzo Giuliani di Trevi (1904-1980), al quale si riconoscono simili lavori nel territorio di Trevi e Montefalco
TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE
Affresco; stato di conservazione cattivo, relativamente alla figura del fondo per le crepe dell’intonaco e il disfacimento del colore, mentre sono ormai irrecuperabili gli affreschi delle pareti e dell’imbotte a causa di ampie lacune dell’intonaco
DIMENSIONI
cm. 142×132
OSSERVAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
L’affresco fu sottoposto ad un totale rifacimento in occasione del Giubileo del 1933: già R. Quirino, nella Rivista dell’Accademia Spoletina, 32, 1987, p.88, ricollega il restauro all’indirizzo dell’economia agraria del tempo in cui, nel quadro centrale della politica autarchica, accanto alle vaste indiscriminate bonifiche di aree umide, si instaura la “campagna del grano”, cui il duce platealmente presta la sua immagine di trebbiatore

RILEVATORE
Alfiero D’Agata
DATA DI RILEVAZIONE
20/9/05

SCHEDA TRATTA DAL VOLUME

Madonna del grano
Affresco, XVI secolo (?)
L’edicola è sul confine tra Castel Ritaldi e Montefalco, all’incrocio della strada provinciale Tuderte con la strada per la Fratta di Montefalco.
Rivolta a ovest e profondamente incorporata nella casa, è ribassata di oltre un metro dal vecchio piano di calpestio.
All’inizio, l’edicola era isolata nel mezzo del crocicchio, come si può arguire dalla porzione di tetto ribassato e dal corpo difforme della costruzione che l’ha incorporata.
L’affresco originario fu sottoposto a un totale rifacimento in occasione del Giubileo del 1933, probabilmente ad opera di Vincenzo Giuliani di Trevi (1904-1980) al quale si riconoscono simili lavori nel territorio di Trevi e Montefalco.
Roberto Quirino (1987) collega il restauro anche all’indirizzo dell’economia agraria del ventennio fascista in cui, nel quadro generale della politica autarchica, accanto alle vaste e indiscriminate bonifiche di aree umide, si instaura la «campagna del grano».

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