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ITINERARIO
 

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Il punto di partenza è fissato davanti alla torre di Matigge.
Dalla parte opposta, lungo la strada, a circa 250 metri verso monte, vi è attualmente una rientranza che offre la possibilità di parcheggiare.
Per compiere questo percorso si impiegano circa sei ore, compresa una sosta ristoratrice. Il dislivello complessivo è di circa 570 m, a cui dobbiamo aggiungere eventualmente il percorso verso Castiglione (circa 100 m). Un luogo adatto per una sosta è presso la chiesetta di S. Martino, tra le Corone e Case Elceto di Manciano.
Questo percorso è adatto per tutta la famiglia ed è percorribile tutto l'anno; si consiglia solo di non partire durante le ore più calde del periodo estivo. L'itinerario proposto è percorribile anche in rampichino, effettuando qualche tratto a piedi.

 

 

 

 

 

 

 

Elleboro fetido

Adonide rossa

 

 

 

 

Erba dei porri

 

L'itinerario di seguito proposto parte dalla Torre di Matigge (quota m 218 s.l.m., rilevamento cartografico). Di questa abbiamo brevemente parlato in occasione del primo percorso, che ci ha permesso di conoscere alcune delle frazioni collinari e pedecollinari del comune di Trevi. Questo secondo itinerario coincide perfettamente con il primo sino alla chiesetta di San Nicolò.
Da questa, che si trova ad una quota di circa m 281 s.l.m., prendiamo lo stradellino che prosegue a sinistra e attraversa l'oliveto. Ben presto il vecchio sentiero, di cui conosciamo l'esistenza in quanto segnalato nella tavoletta topografica, scompare dal terreno, ma noi continuiamo a seguirne l'andamento ideale, in direzione circa NE. Ci potrà essere di utile riferimento un palo di cemento dell'ENEL. Lo notiamo al di là di una radura che a fine febbraio si costella di anemoni rosati. Ci troviamo così al margine della pineta artificiale con cui è stato rinverdito il vecchio Monte Pelato.

Incontriamo una carrareccia e la percorriamo in salita sino ad un tornante. In corrispondenza di questo andiamo a sinistra, mantenendo la direzione NE. Ignoriamo, pertanto, la strada che svolta a destra ed entra nella pineta. Arriviamo in una lecceta ove abbonda, e a fine febbraio è in piena fioritura, il velenoso elleboro (Helleborus foetidus).
Continuiamo e superiamo, lasciandole alla nostra destra, delle opere realizzate dall'uomo per la pastorizia: dapprima una vasca di disinfezione degli ovini, quindi un piccolo laghetto cementato, ben recintato e con abbeveratoi.
In breve giungiamo al bivio con il sentierino che ci condurrà ai ruderi della chiesa di Santo Stefano. Siamo alla quota cartografica di m 494 s.l.m. Prendiamo le tracce visibili sulla sinistra e saliamo in direzione N, N 20° W. Il percorso non segue un andamento perfettamente lineare, ma le tracce sempre ben evidenti ci portano senza problemi, salvo l'attraversamento di vegetazione infestante - attenzione in particolare agli "strappa-camicie" (Smilax aspera L.) - ai ruderi della vecchia struttura (quota m 527 s.l.m. - rilievo cartografico).
Dopo avere osservato le facciate esterne dei resti dell'Abbazia di Santo Stefano (foto abbazia di Santo Stefano 1, 2), riprendiamo, in discesa, le tracce già percorse e ritorniamo al bivio da cui è iniziata la deviazione descritta.
Da qui proseguiamo sulla carrareccia, di sinistra, che in leggero declivio ci conduce al toponimo "la Fontana", alla quota - rilievo cartografico - di circa m 463 s.l.m. Risaliamo la stradina compresa tra gli abbeveratoi e l'opera di presa, ben visibile a monte, e giungiamo, in breve, al gruppetto di case chiamato Case Colle (m 546 s.l.m.).

Al termine del nucleo abitato prendiamo a sinistra per le Corone, quindi proseguiamo a destra per San Martino. Proprio all'uscita di Case Colle potremmo concederci una digressione, ma la illustreremo nell'itinerario n. 3.
Questo secondo itinerario prosegue dunque verso San Martino, piccola chiesa ove ogni 11 novembre viene festeggiato il Santo, con una celebrazione che raccoglie molti fedeli delle frazioni.
Dopo una meritata sosta - si tratta ovviamente di un semplice suggerimento - riprendiamo il cammino. Ci manteniamo sulla stessa carrareccia e superiamo i vocaboli Case Elceto e Case Pozzo.

Da qui scendiamo leggermente, oltrepassiamo un bivio a sinistra e al successivo, meno evidente, ci addentriamo nel bosco con un comodo sentiero. Questo ci riporta alla strada principale, nelle vicinanze di Manciano, dopo aver costeggiato una vecchia abitazione denominata "il Casale".
Giunti alla strada, giriamo a destra - per andare a Manciano dovremmo invece dirigerci a sinistra - e proseguiamo per circa 200 m sino ad un sentierino, ben evidente, che scende a sinistra. Questo stradellino, molto fangoso nei periodi piovosi, ad un certo punto, anche per la realizzazione di alcune opere probabilmente di urbanizzazione, sembra perdersi nella campagna. Arrivati a Case Basse, proseguiamo sulla destra fino al termine del nucleo abitato, ove svoltiamo a sinistra. Ad ogni bivio successivo prendiamo a manca e arriviamo al toponimo C. Montelegno. Per inciso evidenziamo che costeggiando le ripe che dividono i campi possiamo ugualmente raggiungere Case Basse e naturalmente vi possiamo arrivare anche percorrendo la viabilità principale. In questo caso troveremo il viottolo che sale al toponimo C. Montelegno sulla destra.

Da Case Montelegno torniamo indietro, ripercorrendo i nostri passi. Al primo bivio, scegliamo la strada esterna, di sinistra, e a quello successivo manteniamo la destra, per dirigerci verso il Monte di Matigge. Il monte, in questa parte, ad eccezione di qualche campo olivato, si presenta ancora pelato (ricordiamo che il Monte di Matigge è conosciuto localmente come Monte Pelato). Sempre seguendo le tracce della carrareccia, che risalgono la dorsale pietrosa e tra le pietre si perdono, giungiamo ad un muretto a secco, diruto. Siamo al margine della pineta di Matigge. Abbiamo lasciato sulla destra, senza raggiungerla, la vetta del monte. Superiamo il muretto e troviamo il sentierino che, sulla destra, in direzione NW e N, si addentra nel rimboschimento. Lo seguiamo abbastanza agevolmente - basta prestare la dovuta attenzione - e con questo scendiamo, verso W e SW, sino ad intercettare la carrareccia che attraversa la pineta. Siamo vicini al punto in cui questa strada finisce. Se andiamo a sinistra troviamo un'edicola, ex-voto, costruita nel 1968, che segna il termine della stradina. Noi invece giriamo a destra e proseguiamo in discesa. Ben presto siamo nuovamente sul tracciato già conosciuto che percorriamo sino a tornare al punto di partenza, ove termina questa nostra escursione.

In tutto abbiamo impiegato circa sei ore, compresa una sosta ristoratrice, e superato un dislivello complessivo di circa 570 m a cui dobbiamo aggiungere eventualmente il percorso verso Castiglione (circa altri 100 m di dislivello).