Nome comune: lauroceraso
Specie: Prunus laurocerasus L.
Famiglia: ROSACEAE
Cespuglio o alberello a foglie persistenti. Fiorisce da aprile a maggio.
- I fiori sono piccoli, con corolle biancastre a 5 petali, riuniti a formare un’infiorescenza a pannocchia eretta.
- Le foglie sono coriacee, di colore verde intenso, lanceolate, con terminazione acuta, margine finemente dentato, lunghe oltre 10 cm, rette da un picciolo di 1,5 cm circa.
- I frutti sono piccole drupe (circa 1 cm di diametro), nerastre a maturità, riunite in infruttescenze piuttosto ricche.
- La corteccia è grigiastra e liscia negli esemplari giovani, rugosa e con sfumature nerastre negli individui più maturi.
Tossicità
Le foglie contengono un glicoside che fermentando libera acido cianidrico (dal caratteristico profumo di mandorle amare).
L’acido cianidrico è molto pericoloso, come noto, perché non permette ai tessuti di assorbire l’ossigeno trasportato dal sangue.
Attenzione, dunque, a non confondere le foglie del lauro con quelle dell’alloro, comunemente utilizzato per aromatizzare sughi ed arrosti.
Molto velenose sono anche le drupe: 10 possono rivelarsi mortali se ingerite da un bambino.
Curiosità
Questa pianta è stata importata dall’Asia Minore e dall’Europa sud-orientale, per uso ornamentale e specialmente per realizzare siepi, per il suo portamento arbustivo-cespuglioso (ricordiamo che è anche possibile allevarla ad alberello, nel qual caso raggiunge facilmente – e supera – i 7 m di altezza).
Il botanico Clusius la portò a Vienna da Costantinopoli nel 1574, insieme ad altre specie esotiche.
Si tratta di una pianta vigorosa, molto resistente agli agenti inquinanti e quindi apprezzata ed apprezzabile come barriera verde nelle nostre città ormai troppo ammorbate.
Non resiste alle gelate estreme, per cui si adatta bene ad esposizioni da soleggiate a mezz’ombra, fino a circa 600 m s.l.m.
La tossicità di questa pianta è stata individuata solo nel corso del XVIII secolo.
Link da Actaplantarum: Prunus laurocerasus
Lauroceraso | |
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Fiori di Prunus laurocerasus | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Rosaceae |
Genere | Prunus |
Specie | P. laurocerasus |
Nomenclatura binomiale | |
Prunus laurocerasus L. | |
Sinonimi | |
Cerasus laurocerasus |
Il lauroceraso (Prunus laurocerasus L.) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Rosacee.[1]
Etimologia
L'epiteto specifico fa riferimento a laurus (alloro) e cerasus (ciliegio), per la somiglianza delle foglie con quelle dell'alloro (laurus nobilis).
Descrizione
È un arbusto o albero di media altezza, che può raggiungere i 7 metri (max 15 m) di altezza.
Le foglie sono verde scuro, molto più chiare e lucide quando giovani; spesse (1-1,5 mm) e coriacee; di forma oblunga, tondeggiante verso l'apice, lievemente seghettate verso l'esterno.
I fiori sono bianchi, ermafroditi, disposti a racemo; dall'odore profumato, ma acido. Fiorisce tra aprile e giugno.
I frutti sono drupe (1 cm ca.) rosse/viola quando acerbe, e nero-bluastre una volta raggiunta la maturazione. Fruttifica a fine estate-inizio autunno.
Avvertenza
Le foglie, ma soprattutto i frutti, risultano velenosi per l'uomo per la presenza di acido cianidrico, ottenuto per saponificazione, in una dose di 50:80 (dove 50 è la mole delle drupe e 80 il peso in kg di un individuo)[senza fonte]. Possono essere letali.
Distribuzione e habitat
Prunus laurocerasus è originario dell'Asia minore e dell'Europa orientale[senza fonte] ed è stato importato in Italia durante il secolo XVI[senza fonte].
- Terreno neutro (pH non superiore a 7.5), umido;
- altitudine non superiore ai 300 metri (ideali) o 700 metri (effettivi);
- predilige una zona soleggiata per almeno una parte del giorno;
- è abbastanza resistente al freddo ed alle malattie[2].
Usi
Prunus laurocerasus trova impiego come pianta ornamentale e da barriera (siepe) grazie al suo fitto fogliame.
Il distillato, l'acqua di lauroceraso, può essere usato come calmante per la tosse. Se assunto in quantità eccessive può provocare un'intossicazione.
Vengono ricavati spesso degli oli essenziali usati come aroma (in quantità minime) nei liquori, dall'odore di mandorle amare tipico dell'acido cianidrico.
L'alta concentrazione di acido cianidrico rende questa pianta tossica per l'uomo e per gli animali domestici, in caso di ingestione accidentale.
Galleria d'immagini
Note
- ^ (EN) Prunus laurocerasus, in The Plant List. URL consultato il 24 maggio 2016.
- ^ Rita, Lauroceraso: Consigli, Coltivazione e Cura del Prunus laurocerasus, su L'eden di Fiori e Piante, 12 agosto 2020. URL consultato il 12 agosto 2020.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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