14 aprile 2016, Scuola primaria ‘A.C. Gnocchi’ di Madonna della Stella, Montefalco, classe III, classe IV, classe V

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Una breve passeggiata guidata dalla scuola fino al piccolo parco che abbellisce il santuario della Madonna della Stella e ancora oltre nell’ambiente della pianura, scoprendo fossi e torrenti che l’attraversano e alcuni degli aspetti naturalistici che la contraddistinguono.

Durante l’escursione, piccole ma interessanti osservazioni naturalistiche aiutano i ragazzi a scoprire la ricchezza di biodiversità del nostro territorio, ricordando antichi giochi popolari e tradizioni della cultura locale, imparando a conoscere le principali specie arboree che caratterizzano il nostro ambiente naturale ma anche quello dei parchi realizzati dall’uomo.

Una passeggiata durante la quale i bambini cominciano anche ad apprezzare che in natura esistono molte piante che pur velenose, o comunque molto dannose per l’uomo, non lo sono per gli animali e viceversa, ricordando che circa un terzo delle piante in natura produce sostanze venefiche, ma non tutte le specie che appartengono a questo gruppo sono realmente pericolose per l’uomo.

Questa passeggiata didattica, dedicata all’osservazione dell’ambiente naturale, della ricchezza di biodiversità del nostro territorio e dei paesaggi meravigliosi che caratterizzano la Valle Umbra, fa parte dei percorsi di educazione ambientale che la Comunità montana ha proposto nell’ambito dei progetti didattici ‘LA MERAVIGLIA DELLA VITA’, curati e promossi dalla Curia Arcivescovile di Spoleto-Norcia nell’Anno giubilare della Misericordia.

Siamo usciti dalla scuola con questo obiettivo: OSSERVARE!
Abbiamo iniziato così il nostro viaggio alla scoperta dell’ambiente che ci circonda, per riconoscere alberi, erbe e arbusti che vivono anche appena usciti dal cancello della nostra scuola. Prima sorpresa: proprio qui davanti ci sono bei cespugli di oleandro; un arbusto sempreverde naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee, frequentemente coltivato a scopo ornamentale. Tutta la pianta è velenosa e per questo pericolosa se maneggiata incautamente, dalle foglie, ai semi, ai fusti: quindi, non bisogna raccoglierla ed è assolutamente vietato metterla in bocca. Tiziana ci ha spiegato che la sua pericolosità è legata alla presenza di alcaloidi e dell’oleandrina, un glicoside che fa molto male al cuore provocando pericolose aritmie. Si può morire per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedini per cuocere la carne alla brace (è successo ad alcuni soldati delle truppe di Napoleone durante la campagna in Italia). Paolo ci ha ricordato che non bisogna bruciare i rami dell’oleandro (ad esempio i rami potati) perché anche il fumo risulta tossico. Se mettiamo rametti di oleandro a bagno in un vaso per rallegrare la nostra casa con i bei fiori di questa pianta, attenzione anche a quell’acqua in cui è stato conservato il vegetale reciso. Infine, se le api bottinassero per il loro miele soprattutto fiori di oleandro, anche il miele stesso risulterebbe tossico.
Quindi la lezione del giorno è: non toccare e non utilizzare le piante che non conosciamo perfettamente!

Ogni sostanza è veleno e nessuna è perfettamente innocua; soltanto la dose ne determina la velenosità
Paracelso

Odori… sapori

Oggi abbiamo ‘OSSERVATO’… anche con il NASO!

Con Alvaro, Paolo e Tiziana, gli esperti che ci hanno accompagnato, abbiamo scoperto gli odori della nostra campagna, di erbe che fanno parte anche della nostra tradizione culinaria…

  • L’aglio testatonda, un aglio dalla caratteristica, inconfondibile infiorescenza ‘a palla’ di colore rosa antico, fortemente odoroso; tutte le specie di Allium presentano proprietà medicinali e, generalmente, hanno bulbi e foglie commestibili. Il nome generico Allium era già utilizzato dai Romani. Deriva da una radice indoeuropea e significa ‘caldo’, ‘bruciante’; è legato all’odore e al sapore particolarmente pungenti soprattutto dei bulbi
  • Il finocchio selvatico, che una maestra ci ha ricordato essere spettacolare per aromatizzare le lumache al sugo (ma la maestra è di Foligno?!?) e la porchetta; è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2 m. Oggi ne abbiamo osservate le foglie finemente filiformi e composte e i teneri germogli che si possono raccogliere dalla primavera all’autunno inoltrato
  • La mentuccia è un’erba aromatica utilizzata in cucina e in erboristeria, dal leggero odore di menta (ma Alvaro ci ha spiegato che non è una vera menta); si usa, ad esempio, per condire i carciofi insieme a un filino di olio extravergine di oliva; ma attenzione: non deve essere usata in gravidanza…
  • La rughetta selvatica, della famiglia delle Crucifere o Brassicacee (la stessa dei cavoli, per intenderci), dai fiori di colore giallo intenso, a 4 petali, presenta il sapore e gli usi coincidenti con quelli della rucola normalmente coltivata negli orti dei nostri nonni; è quindi ottima per dare sapore, ad esempio, alle fresche insalatine primaverili
  • e… tante altre ancora!
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