Bevagna, Madonna delle Grazie

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Tra il XVI e il XVII secolo, a Bevagna furono edificate chiese e santuari, che inglobarono al loro interno le immagini miracolose a cui si rivolgeva una moltitudine crescente di folla.
Una delle maestà di Pancascio, operaio di Bevagna, eretta lungo la Flaminia fin dal 1462 quale dono votivo, fu oggetto di particolare venerazione intorno al 1500 a seguito della guarigione di un mietitore chiamato Bollone.
Per ringraziare la Madonna, anche il cardinale legato di Perugia, Alessandro Riario, miracolosamente guarito dalla sua infermità, si recò a Bevagna e salì processionalmente sull’altura di Colpulito…

Da allora gli eventi soprannaturali e le offerte per il tempio votivo si moltiplicarono.

L’edificio, dalla struttura imponente che si affaccia magnificamente sulla valle, deve, dunque, la sua realizzazione a eventi miracolosi operati dalla Vergine nel 1462 e nel 1582.
Il santuario fu realizzato a partire dal 1583, quando fu posta la prima pietra per la sua costruzione con l’approvazione del vescovo di Spoleto, Pietro Orsini, e del consiglio comunale, su progetto dell’architetto Valentino Martelli.
L’immagine miracolosa della Madonna con Bambino benedicente, attribuita al Maestro di Rasiglia, fu collocata nell’altare maggiore priva dei santi Giovanni Battista, Luca, Bernardino da Siena, Caterina e Lucia; analoga sorte per la Maestà con, al centro, la Vergine Immacolata con Bambino, inglobata in un altare laterale, mancante dei santi Pietro, Paolo, Cristoforo e Antonio Abate.
Il santuario conserva al suo interno un’interessante raccolta di dipinti attribuiti al pittore mevanate Ascensidonio Spacca, detto il Fantino.
La Madonna delle Grazie merita sicuramente una visita ed è comunque piacevole raggiungere per lo splendido panorama che si gode dal colle e per la piacevolissima frescura che può ristorarci in un’afosa giornata estiva, con il verde del piccolo parco che circonda la struttura e l’ameno paesaggio olivetato che la circonda.

Con una breve e sintetica digressione in campo archeologico, annotiamo che nella facciata della casa colonica posta di fronte alla chiesa sono presenti dei reimpieghi di materiali lapidei riferibili all’epoca romana, a ulteriore testimonianza del ricchissimo passato storico che contraddistingue questa zona dell’Umbria.

Ringraziamo Antonio Lanari, grande esperto di storia locale, per le informazioni [vedi: ‘Edicole sacre nel territorio della Comunità montana dei Monti Martani e del Serano’ e la relativa sezione di MontagneAperte dedicata a questi importanti riferimenti culturali della religiosità locale]!

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