Giovanni e Paolo Martiri

512 512 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
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Iconografia

Non sono moltissimi i dipinti che ritraggono i due fratelli martiri: tra questi ricordiamo il celebre affresco Vergine con Bambino e il martirio dei santi Giovanni e Paolo del Guercino nel quale sono ritratti durante l’esecuzione per decapitazione.
Talora sono raffigurati semplicemente vestiti da cittadini romani (con tunica e mantello allacciato sulla spalla destra) con in mano la palma simbolo del martirio, che è anche il loro principale attributo.

Vita

I due fratelli martiri vissero nel IV secolo e secondo la tradizione agiografica erano personaggi molto in vista nella Roma di quel periodo.
I pochi dati pervenutici sono narrati nella Passio, che tuttavia c’è giunta in tre diverse versioni: una prima ce li presenta come maggiordomo e primicerio di Costantina, figlia dell’imperatore Costantino, una seconda come ufficiali di Gallicano, al quale consigliarono un voto grazie al quale sconfisse in battaglia gli Sciti, la terza, infine, come uomini molto devoti che distribuivano ai poveri i beni ricevuti dalla stessa Costantina (o Costanza).
Morirono sotto Giuliano l’Apostata, che cercò inutilmente di convincerli ad abiurare la fede cristiana e a condividere il suo progetto di ripristinare i culti pagani.
Dopo vari tentativi caduti nel vuoto più assoluto, Giuliano ordinò al comandante Terenziano di tenerli segregati in casa per dieci giorni a riflettere; continuando a ottenere solo rifiuti, li condannò a morte per decapitazione.
La sentenza fu fatta eseguire da Terenziano, che li fece poi seppellire sotto la loro stessa dimora, assicurando il più totale riserbo a tutta la vicenda e anzi mettendo in giro la voce che Giovanni e Paolo avessero scelto di vivere in esilio piuttosto che abbracciare i culti antichi (e questo potrebbe spiegare perché nella storia ufficiale non vi siano citati martiri di Giuliano a Roma, ma solo in Oriente, ove l’imperatore viveva).
Secondo alcune fonti agiografiche la condanna fu eseguita il 26 giugno dell’anno 362.
L’imperatore Gioviano, che successe a Giuliano, ripristinò la libertà di professare la religione cristiana e fece cercare i corpi dei due fratelli; sul luogo della loro sepoltura fu eretta una basilica detta Celimontana, perché fondata sul monte Celio.
Più probabilmente, la basilica dei Santi Giovanni e Paolo sorge sul sito della domus della famiglia di Bizante e Pammachio (cui Gioviano aveva ordinato di trovare i corpi dei due fratelli martiri) «adibita (come testimoniano gli affreschi ancora conservati) sin dalla tarda età Flavia (81-96 d.C.) a Domus Ecclesiae e inglobata nell’attuale edificio: le stanze della domus costituiscono uno dei più importanti monumenti del primo cristianesimo a Roma.
La basilica è citata per la prima volta col nome di titulus Byzantii o Pammachii negli atti del concilio romano del 499; è dubbio se la domus sia stata davvero teatro del martirio dei santi o se i loro corpi vi siano stati traslati in seguito» (it.wikipedia.org, agg. 10 ottobre 2008).

Protezione

La festività in onore dei due fratelli martiri cade il 26 giugno.

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