Marche, Serravalle di Chienti, Castello d’Elce e la chiesa dei santi Pietro, Paolo e Lucia

1024 576 Itinerari e Luoghi
  • 0
Giunti a Castello d'Elce, siamo nel comune di Serravalle di Chienti, tre sono gli elementi che ci colpiscono...

Il primo è il paese praticamente disabitato. Resistono in questa amena località immersa nella natura solo due resilienti abitanti (marito e moglie) che curano questi luoghi e la chiesina con la passione di chi li ama veramente.

Il secondo è rappresentato dalla silhouette di quanto resta di un’antica torre di guardia. Posizionata sul colle prospiciente, i ruderi della torre sono stati ingabbiati dopo il terremoto del 1997, ma ampie porzioni delle rovine con interi spigoli della vecchia costruzione restano a terra, monolitici, a ricordare l’antica possenza. La torre è stata costruita su un baratro di ampie proporzioni e fronteggia un’altra rocca ricca di storia come il Castello di Acquafranca, oggi meglio noto come Roccafranca. Il castello fu di proprietà degli Alviano di Baschi (Orvieto) fino al 1265, quindi del Comune di Camerino e della signoria dei ‘da Varano.

Infine, terzo elemento, tra le abitazioni e la torre, una bella chiesina invita il camminatore, per certi versi e in certi tempi moderno pellegrino, ad avvicinarsi e a fermarsi per contemplare e riposare.
La chiesa, inizialmente dedicata a santa Lucia, oggi è intitolata ai santi Pietro e Paolo, ma nella diocesi è nota anche con l’attribuzione a tutti e tre i Santi appena nominati.

La signora del Castello d’Elce (che ci ha molto gentilmente aperto la chiesa e illustrato la sua storia) ci ha raccontato che fino a qualche tempo fa venivano celebrate almeno due messe ogni anno: per Santa Lucia, 13 dicembre, e per San Pietro e Paolo (29 giugno). Oggi è celebrata solo questa festività, che raccoglie ancora numerosi fedeli dai paesi vicini e non solo. Un’occasione per riunirsi, fare un bel pic nic e festeggiare insieme l’arrivo di una nuova estate.

La chiesina fu costruita, da maestranze locali, probabilmente, tra la fine del XII e l’inizio del secolo successivo. Fu quindi certamente oggetto di rimaneggiamenti e consolidamenti nel XVIII e XIX secolo (con l’apertura e la chiusura di ingressi/finestre), oltreché, ovviamente, negli ultimi decenni con l’inserimento di chiavi e ulteriore consolidamento post sisma.
Edificata in un’area sismologicamente attiva (come è tutta questa terra di confine tra Umbria e Marche) la struttura ha, infatti, subito danni anche nel corso degli ultimi eventi sismici che hanno colpito il territorio montano umbro-marchigiano, come nel 1979 e nel 1997 (con il restauro conseguente iniziato l’11 gennaio dell’anno 2000). La chiesina è stata, altresì, inserita tra i beni danneggiati dal sisma del 2016 (ID UCCR MARCHE_925).

Nel volume ‘SANTUARI TERAPEUTICI’ (1980, copia anastatica 2017) curato da don Mario Sensi, nell’ambito di un bellissimo progetto con la Scuola Media di Colfiorito, leggiamo che si presenta come una piccola chiesa con tetto a capanna, nata a ‘protezione’ dell’ultimo lembo del territorio dei Signori di Varano. La struttura è in pietra con orditura irregolare.
Un tempo sopra l’altare vi era una bellissima statua lignea riproducente la Madonna con Bambino, oggi custodita altrove. A ricordo di questa statua resta una bella immagine appesa sulla parete di sinistra, entrando, racchiusa in una ricca cornice dorata.

Al suo posto, sopra l’altare troviamo una statua lignea ‘di nessu valore’ se non per la devozione degli abitanti della zona di Percanestro – Castello d’Elce.
Le pareti della chiesa presentano ancora alcuni affreschi: a sinistra dell’altare è dipinto san Pietro con tanto di barba, mazzo di chiavi e libro; a destra vi è raffigurato probabilmente san Paolo (non più riconoscibile) e ancora più a destra, sulla parete laterale, si riconosce chiaramente santa Lucia nell’iconografia classica (mentre regge un piattino con sopra gli occhi). Questi affreschi risalgono molto probabilmente al primo quarto del XVI secolo, forse opera di Paolo Bontulli da Percanestro che operò all’inizio di quel secolo in zona (scheda ICCD14136989, Regione Marche – Archivio Ufficio Programmi di Recupero e Beni Culturali; riferimento scheda Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche – ente schedatore S263). Sulla parete di sinistra, entrando, è presente un doppio affresco a testimonianza di pitture commissionate in epoche successive, probabilmente un santo Stefano (fine del XIV secolo) e un altro santo. Sulla parete di destra, entrando, in un affresco ormai quasi completamente illeggibile, si riconosce appena un san Sebastiano trafitto da frecce. Ricordiamo che san Sebastiano, con san Rocco, è uno dei santi maggiormente invocati in occasione di epidemie e pestilenze. ‘Nel corso del sec. XVI le pareti della chiesa furono affrescate da pittori sconosciuti con figure di santi terapeuti. Di tali opere restano solo alcune tracce.’ [http://www.beniculturali.marche.it/tabid/41/ids/69808/Chiesa-dei-Ss-Pietro-Paolo-e-Lucia/Default.aspx]
La sovrapposizione degli affreschi ci testimonia chiaramente quanto questa chiesa abbia significato per le popolazioni residenti. Entrando, a destra, incastonata nella parete, in una piccola nicchia, troviamo una semplice acquasantiera di materiale lapideo.

Passando all’esterno annotiamo che la porticina d’ingresso, in legno, è sormontata da un architrave in pietra e ancora sopra da un precedente arco sempre in pietra; la chiave di volta è decorata da una croce scolpita in bassorilievo sul ‘sasso’. Il campaniletto a vela è asimmetrico e spostato verso sinistra; ai lati del portoncino di ingresso vi sono due finestrelle chiuse da grate in ferro.

Sempre all’esterno, a destra, un muro perimetrale controterra pare indicare una maggiore estensione, in tempi passati, dell’edificio di culto; tale condizione sembra avvalorata anche dalla presenza sul terreno di botole al di sotto delle quali ci sono vecchie sepolture, secondo una tradizione interrotta sicuramente a partire dal 1806. Nella scheda già richiamata si osserva infatti che ‘Sotto al pavimento vi sono alcuni ossari chiusi da pietre tombali’. Altra annotazione interessante riguarda il terreno di posa della struttura, che si regge su ‘depositi eluvio-colluviali costituiti da argilla con limo marrone rossastra con inclusi calcari e silicei centimetrici, alternata a sottili livelli limosi chiari con screziature scure’; la chiesa è di proprietà della Parrocchia di San Salvatore, frazione Acquapagana, Serravalle di Chienti (MC).

Come anticipato, don Mario Sensi, illustre studioso folignate, annovera questa chiesina tra i santuari terapeutici di frontiera che tanta importanza hanno avuto per le nostre aree di montagna e tra le annotazioni riportate nella scheda più volte citata si legge che la ‘piccola chiesa nel passato fu meta di pellegrinaggi’.

La torre
La chiesa dei santi Pietro, Paolo e Lucia
Note bibliografiche
  • Scuola Media di Colfiorito, Santuari Terapeutici, a cura di Don Mario Sensi, 1980, copia anastatica giugno 2017
  • Scheda ICCD14136989, Regione Marche – Archivio Ufficio Programmi di Recupero e Beni Culturali; riferimento scheda Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche – ente schedatore S263 (pubblicata online)
  • http://www.beniculturali.marche.it/
  • http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane
  • http://www.comune.serravalledichienti.mc.it/

Abbiamo visitato questi luoghi il 23 febbraio 2022 in occasione di una bella passeggiata con MontagneAperte… conoscenza in cammino!

Preferenze sulla Privacy

Quando visitate il nostro sito web, esso può memorizzare informazioni attraverso il vostro browser da servizi specifici, di solito sotto forma di cookie. Qui puoi modificare le tue preferenze sulla Privacy. Vale la pena notare che il blocco di alcuni tipi di cookie può influire sulla vostra esperienza sul nostro sito web e sui servizi che siamo in grado di offrire.

Clicca per abilitare/disabilitare Google Analytics tracking code
Clicca per abilitare/disabilitare Google Fonts
Clicca per abilitare/disabilitare Google Maps
Clicca per abilitare/disabilitare video embeds
Il nostro sito web utilizza i cookie, principalmente da servizi di terze parti. Definite le vostre preferenze sulla privacy e/o acconsentite all'uso dei cookie.