Gli alberi monumentali d’Italia nel ‘Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse’ e altro ancora…

TIZIANA RAVAGLI, GIAMPAOLO FILIPPUCCI, ALVARO PAGGI, DANILO RAPASTELLA

Nel 1982 il Corpo Forestale dello Stato avviò il primo ‘Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse’. L’obiettivo era quello di individuare e catalogare piante singole o in gruppi con caratteristiche di particolare rilievo e interesse: dimensioni fuori dal comune rispetto a quelle medie della specie, aspetto maestoso, forme singolari, valore storico.

Da allora la ricerca in Italia non si è più interrotta.

La quantità di dati raccolti è sorprendente: 22.000 alberi di notevole interesse, di cui 1.255 considerati di ‘maggior interesse ambientale e culturale’, 150 esemplari valutati di ‘eccezionale valore storico o monumentale’, 143 taxa registrati, di cui 65 appartenenti alla flora italiana e 78 a quella esotica.

In uno studio del 2011 [C. Lisa 2011] si legge che: «La specie monumentale più rappresentata nel territorio italiano è la Quercus pubescens Willd. (Roverella), che compare con 210 esemplari, seguita dal genere Fagus (Faggio), che è rappresentato con 113 esemplari. Le specie di querce decidue ammontano a 364 esemplari, ovvero il 29% del totale. Da tale dato si comprende come questa famiglia sia stata in grado di adattarsi all’ambiente circostante, raggiungendo livelli ottimali di crescita e di longevità. Oltre ai 210 esemplari di roverella, possiamo trovare anche 50 esemplari di Quercus petrea (Mattuschka) Lieblein (Rovere), 44 esempi di Quercus cerris L. (Cerro), 37 esemplari di Quercus robur L. (Farnia), 11 esemplari di Quercus trojana Webb. (Fragno) e 9 specie di querce meno diffuse nel territorio italiano. Le specie di querce sempreverdi sono 72, circa il 6% del totale. Tra queste 52 esemplari sono di Quercus ilex L. (Leccio), 9 di Quercus suber L. (Sughera) e 11 di altre querce tipiche dell’ambiente mediterraneo». Inoltre: «[… il] genere Cedrus [è rappresentato] con 99 esemplari (58 Cedrus libani Barr, 19 Cedrus atlantica Man. e 22 Cedrus deodara Loud.). Sono presenti, anche se in numero esiguo, importanti specie tipiche della vegetazione del nostro paesaggio costiero, come per esempio il Pinus pinea L. (Pino domestico) con 22 esemplari e il Cupressus sempervirens L. (Cipresso) con 25 esemplari. Tra i 78 taxa esotici, troviamo alcuni importanti esemplari di Sequoia gigantea Dec. (40) e Platanus orientalis L. (39) che risultano essere, in natura, specie caratterizzate da longevità molto elevata». In Umbria, in particolare, sono stati censiti 5 alberi così detti monumentali:

  • una roverella nel comune di Castel Ritaldi in località Madonnina (secca ormai da alcuni anni, circonferenza del tronco 3,9 m, per un’altezza di 19 m)
  • una roverella nel comune di Castiglione del Lago in località Pentimento (circonferenza del tronco 4 m, per un’altezza di 18 m)
  • una roverella nel comune di Perugia in località Valbiancara, vocabolo Forcella (circonferenza del tronco 5,5 m, per un’altezza di 26 m)
  • un tiglio selvatico nel comune di Todi in località Monastero (circonferenza del tronco 5,7 m, per un’altezza di 16 m)
  • l’olivo di Sant’Emiliano nel comune di Trevi, frazione Bovara, in località Corciano o Carpiano (circonferenza del tronco 9,1 m, per un’altezza di 5 m).

La Regione Umbria, con L.R. n. 28 del 19 novembre 2001, ha istituito l’elenco degli alberi di rilevante e peculiare interesse, pubblicato nel 2008.

Più recentemente, a livello nazionale, il 14 gennaio 2013 è stata pubblicata la legge n. 10 ‘Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani’ che definisce con precisione cosa si intenda per alberi monumentali (art. 7, comma 1).

«Agli effetti della presente legge e di ogni altra normativa in vigore nel territorio della Repubblica, per ‘albero monumentale’ si intendono:

a) l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali

b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani

c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche».

Non solo. La legge definisce che entro sei mesi dall’entrata in vigore della stessa gli organi competenti stabiliscano i principi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali ad opera dei Comuni e per la redazione e il periodico aggiornamento da parte delle Istituzioni competenti (Regioni e Comuni) di appositi cataloghi; istituisce, inoltre, l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvederà il Corpo Forestale dello Stato. Questo elenco dovrà essere aggiornato periodicamente e pubblicato tramite sito internet, per assicurare la maggiore pubblicità possibile nei confronti delle Istituzioni e dei cittadini. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della citata legge (n. 10/2013), le Regioni dovranno recepire la nuova definizione di albero monumentale, effettuare la raccolta dei dati risultanti dal censimento operato dai Comuni e, sulla base degli elenchi comunali, redigere gli elenchi regionali per trasmetterli al Corpo Forestale dello Stato. L’inottemperanza o la persistente inerzia delle Regioni comporterà «previa diffida ad adempiere entro un determinato termine, l’attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali».

La Comunità montana, ancor prima della pubblicazione di questa legge, ha messo in campo le proprie competenze e professionalità e insieme a Legambiente Spoleto, con la quale gestisce ormai da anni la biblioteca ‘Montagne di Libri’, ha avviato il censimento dei ‘patriarchi verdi’ nel territorio di competenza.

I criteri adottati in questo lavoro corrispondono adeguatamente alle indicazioni della normativa nazionale vigente (sopra citata).

Per quanto riguarda le dimensioni prese a riferimento nel lavoro, riportiamo la tabella da cui siamo partiti per questo rilevamento, con la circonferenza del tronco delle specie principali, precisando come queste misure siano derivate da una valutazione tecnica rapportata ai dati legati alle nostre conoscenze e alla nostra esperienza, valutando studi e ricerche effettuati in regioni limitrofe e/o confrontabili con l’Umbria per clima e caratteristiche morfologiche, ambientali e geopedologiche:

  • alloro, ginepro 1,0 m
  • albero di Giuda, carpino, frassino, gelso, sorbo 2,0 m
  • acero, bagolaro, olmo, tiglio 3,0 m
  • faggio, querce (farnetto, rovere, roverella), pini 3,5 m
  • abete bianco, castagno, cipresso, pioppo, platano 4,0 m
  • altre specie di querce (cerro, farnia, leccio, sughera) 4,0 m
  • cedri 4,5 m
  • olivo 5,0 m

Sottolineiamo che si tratta di misure di puro riferimento e che in vari casi la scelta di menzionare un esemplare è derivata, più che dalle sue dimensioni fuori dall’ordinario, dalla bellezza dell’albero, dalla sua particolare posizione, dalle storie che lo legano alla cultura e alle tradizioni locali, dalla singolarità della specie, in particolare se riferibile a flora autoctona ecc.

All’interno del progetto iniziale (stampato) sono stati riportati 99 esemplari, rappresentativi delle seguenti 35 specie:

  • 1 acero (Acer opalus subsp. obtusatum (Waldst. & Kit. ex Willd.) Gams)
  • 2 bagolari (Celtis australis L.)
  • 1 biancospino comune (Crataegus monogyna Jacq.)
  • 1 carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.)
  • 2 castagni (Castanea sativa Mill.)
  • 1 cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica (Endl.) Carr.)
  • 2 cedri dell’Himalaya (Cedrus deodara (Roxb.) G. Don)
  • 1 cedro del Libano (Cedrus libani A. Rich.)
  • 1 cerro (Quercus cerris L.)
  • 5 cipressi comuni (Cupressus sempervirens L.)
  • 1 corbezzolo (Arbutus unedo L.)
  • 2 faggi (Fagus sylvatica L.)
  • 1 farnia (Quercus robur L.)
  • 2 gelsi bianchi (Morus alba L.)
  • 1 ginepro rosso o coccolone (Juniperus oxycedrus L.)
  • 1 ginkgo biloba (Ginkgo biloba L.)
  • 1 glicine (Wisteria sinensis (Sims) Sweet)
  • 14 lecci (Quercus ilex L.)
  • 1 mandorlo (Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb.)
  • 1 noce (Juglans regia L.)
  • 10 olivi (Olea europaea L.)
  • 1 orniello (Fraxinus ornus L.)
  • 1 pero (Pyrus communis L.)
  • 1 pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill.)
  • 3 pini domestici (Pinus pinea L.)
  • 1 pino strobo (Pinus strobus L.)
  • 5 pioppi (Populus nigra L.)
  • 3 platani comuni (Platanus hispanica Mill. ex Münchh.)
  • 22 roverelle (Quercus pubescens Willd.)
  • 3 salici (Salix alba L.)
  • 1 sequoia (Sequoia sempervirens (D. Don) Endl.)
  • 2 tassi (Taxus baccata L.)
  • 1 tiglio comune (Tilia cordata Mill.)
  • 1 tiglio nostrale (Tilia platyphyllos Scop.)
  • 1 vite (Vitis vinifera L.)

Nel nostro territorio, dunque, le specie arboree con esemplari monumentali o di particolare interesse più rappresentate sono Quercus pubescens, Quercus ilex, Olea europaea.

È evidente che il lavoro di censimento da noi effettuato, pubblicato nel volume Patriarchi Verdi. Itinerari in Valle Umbra (copyright 2015) e che costituisce anche la base di questo progetto editoriale sul web, non può in alcun modo essere considerato esaustivo o definitivo; ricordiamo, ad esempio, che il paesaggio olivetato storico della Valle Umbra è ricco di esemplari secolari che, tuttavia, al momento abbiamo solo ‘sfiorato’.

Ricordiamo, ancora, che gli alberi sono esseri viventi e come tali nascono, crescono, vivono, purtroppo talvolta si ammalano (soprattutto quando secolari!) e infine muoiono.

Il lavoro, ci sembra, comunque, un interessante punto di partenza che portiamo all’attenzione dei Comuni e della Regione e soprattutto dei cittadini, di chi come noi ama scoprire e conoscere ogni giorno un aspetto diverso e particolare del territorio in cui studia, vive, viaggia, lavora!

Ancora una volta, l’obiettivo della Comunità montana non è stato semplicemente quello di censire un bene, seppure di grande interesse e valore per il nostro ambiente naturale e/o urbano, ma soprattutto di avviare un’importante azione di promozione del territorio seguendo, nel caso specifico, le orme che ci conducono alla conoscenza dei monumenti arborei. Proprio con questa finalità sono stati inseriti anche i ‘Punti d’interesse’, per suggerire itinerari di conoscenza da abbinare alla visita del patriarca verde.

Per tutto questo, la Comunità montana ha messo a disposizione del gruppo di progetto l’infrastruttura ‘MontagneAperte’, per la raccolta e la gestione dei dati. Un’infrastruttura nata per catalogare e gestire i dati geografici e territoriali, interamente realizzata con SW libero e Open Source, pienamente rispondente alla direttiva europea INSPIRE.

Con ‘MontagneAperte’ la Comunità montana sta rendendo disponibile un ricco catalogo di dati facilmente consultabili e scaricabili per ulteriori elaborazioni e implementazioni e un webgis: combinando i dati del catalogo pubblicato nelle pagine web di www.montagneaperte.it e informazioni provenienti da altri servizi WMS si possono realizzare, con pochi semplici passaggi, mappe tematiche facilmente esportabili e pubblicabili sul proprio sito web.

La struttura del database, implementabile e personalizzabile per le diverse catalogazioni, ha consentito una facile esportazione dei dati, per ‘Comune’, ‘Categoria’ ecc., con diversi modi di ordinamento. Ha permesso una distinzione tra i dati immediatamente pubblicabili e quelli soggetti a ulteriore verifica; ha consentito di esportare i dati in formato CSV o KML, facilmente utilizzabili con i vari GIS, come QGIS e Google Earth, per ulteriori elaborazioni e implementazioni.

Con il rilevamento dei monumenti arborei pubblicato nel 2015, abbiamo descritto 99 piante rientranti nei parametri scelti per il nostro lavoro. Da questo numero e dai relativi patriarchi verdi siamo partiti per il progetto sul web.

In generale, per ogni albero censito sono state rilevate (o stimate) le caratteristiche fisiche principali: circonferenza del tronco (misurata a petto d’uomo, cioè a circa 130 cm da terra), altezza (stimata, ovvero rilevata indirettamente sulla base di semplici principi trigonometrici), larghezza della chioma. È stato valutato, a vista, lo stato di salute; è stato verificato se la pianta è già presente nell’elenco regionale degli alberi di rilevante e peculiare interesse e, in caso positivo, nella scheda di rilevamento è stato inserito il relativo codice. Trattandosi quasi sempre di piante secolari, per quanto concerne lo ‘stato di salute’ è quasi inutile ricordare come tale stato possa mutare anche con grande velocità; per questo la condizione ‘buono’ valutata all’atto del censimento’ può, purtroppo, modificarsi anche in tempi relativamente brevi!

Sono state, inoltre, assunte tutte le informazioni possibili, anche intervistando gli abitanti del luogo in cui la pianta stessa è radicata ed effettuate ricerche bibliografiche per arricchire le conoscenze documentarie sui luoghi e sul monumento arboreo. Per ogni pianta, infine, è stata rilevata la posizione con i moderni sistemi GPS, permettendo di definire l’altitudine del luogo in cui si trova e di georeferenziarla, inserendo nel database le relative coordinate geografiche nel sistema WGS84.

L’infrastruttura di ‘MontagneAperte’ ha consentito, come detto, l’esportazione nei vari formati indicati. Aprendo il file così esportato con Google Earth abbiamo non solo il posizionamento delle piante censite ma cliccando sul relativo ‘segnalino’ anche la scheda completa, con le immagini inserite nel sistema.

Grazie a questa semplicità di esportazione dei dati e alla possibilità della successiva elaborazione con i più comuni sistemi GIS, è stata realizzata la carta che accompagna il volume. In questa sono stati riportati alcuni degli itinerari più interessanti della Valle Umbra, e in generale del territorio della Comunità montana dei Monti Martani, Serano e Subasio, e sono stati altresì cartografati i patriarchi verdi censiti. La base della mappa cartacea è la cartografia del territorio della Regione Umbria, scala 1:100.000, concessa a titolo gratuito dal competente Servizio dell’Amministrazione regionale.

Per scelta editoriale le coordinate geografiche non sono indicate nel volume stampato, ma sono disponibili in questo sito web che essendo responsive si presta al migliore utilizzo tramite dispositivi mobili.

Il lavoro per noi è work in progress grazie a questo sito web nel quale sono riportati non solo gli esemplari del volume ma anche gli altri che verranno censiti. Questo sito ci consente, infatti, di implementare facilmente i risultati della ricerca, che speriamo possa continuare e aggiornarsi nel tempo!

Tutti i progetti realizzati dalla Comunità montana nel campo della comunicazione territoriale e ambientale nascono non solo per promuovere il territorio nei suoi vari aspetti, ma anche per creare una rete di conoscenze e monitorare i luoghi in cui viviamo, studiamo, viaggiamo o lavoriamo.

L’invito che rivolgiamo a tutti gli interessati è quello di collaborare ai progetti del nostro Ente e, in prospettiva, delle Istituzioni che ne prenderanno il posto, inviando segnalazioni, informazioni, dati, per contribuire, tutti insieme, a creare il primo Social WebGis della nostra comunità: perché il cambiamento non può che partire dal territorio!

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