Trevi. Breve «viaggio» alla scoperta della viabilità storica che esce da Trevi e in particolare da piazza del Lago e dalla porta omonima – # 03 – LA VIABILITÀ STORICA (seconda parte)

1024 787 Itinerari e Luoghi
  • 0

LA VIABILITÀ STORICA – seconda parte
VIALE CIUFFELLI, LA PASSEGGIATA DI TREVI
Scopriamo, dunque, che sin dalla prima metà del XVIII secolo Trevi era collegato a San Martino da una strada, lungo la quale era vietato il gioco oggi conosciuto come gioco della ruzzola o del ruzzolone, derivato dal lancio della forma di formaggio.

Ricordiamo, per inciso, che generalmente il gioco consiste nell’avvolgere uno spago o una cordicella intorno alla ruzzola (o alla forma), per poi lanciarla trattenendo un capo dello spago in modo da imprimere al disco una veloce rotazione. Lo scopo del gioco è quello di far correre la ruzzola il più lontano possibile con un numero predefinito di lanci, oppure di raggiungere un traguardo con il numero minore di tiri (13). Il gioco era anche conosciuto come «giuoco del Cascio o della Forma». Si tratta di un passatempo popolare un tempo amatissimo: da questa considerazione deriva, probabilmente, la nota riportata da Durastante Natalucci. Il divieto di praticare il gioco della forma o della ruzzola in area urbana e nelle immediate periferie era, infatti, assai comune, perché il gioco era inevitabilmente accompagnato dalla vivace partecipazione di tanta gente e quindi da grida ed esclamazioni; era capace di infiammare gli animi dei giocatori con conseguente disturbo della quiete pubblica e, considerata la dinamica dello stesso, poteva anche risultare pericoloso per l’incolumità fisica delle persone. Per tutti questi motivi molti statuti comunali lo regolamentavano, confinandolo in luoghi appositi, generalmente strade secondarie lontane dai nuclei abitati. Talvolta le Amministrazioni lo vietavano del tutto, assimilandolo al gioco d’azzardo perché facilmente legato alle scommesse, in altri casi, invece, lo tolleravano, forse perché rimanendo tra i giochi popolari era, comunque, considerato tra i mali minori. Oggi il gioco della ruzzola è uno sport tradizionale regolamentato e tutelato dalla Federazione italiana giochi e sport tradizionali e dall’Associazione europea dei giochi e degli sport tradizionali (14).
Per inciso, annotiamo che nel 1910 l’Amministrazione comunale di Trevi autorizzò il gioco del formaggio «senza filo» (15), limitatamente al periodo della Quaresima, da porta del Lago a porta Nuova (16) e successivamente il «campo dei giochi» si spostò dalla Piaggia alla Faustana lungo la strada che nel Gregoriano è definita «Comunale detta di Bocca del Termine» che dal Borgo saliva a Trevi giungendo alla porta di San Fabiano, conosciuta anche come porta di Santa Chiara.

(13) it.wikipedia.org/wiki/Ruzzola (gennaio 2014)
(14) www.figest.it/ruzzola (gennaio 2014)
(15) Probabilmente per rendere il gioco meno pericoloso, considerando che senza corda la velocità impressa alla forma non può che essere inferiore.
(15) C. ZENOBI Storia di Trevi, 1746-1946, pag. 315.

Tornando alla passeggiata di San Martino e continuando a spulciare nella storia della nostra città…

scopriamo che nel settembre del 1880 fu realizzato l’ultimo tratto del viale (17) «per sollievo della disoccupazione», insieme all’opera di ricostruzione dell’acquedotto nella piazza del Mercato «ormai prossima al completamento dei lavori di ampliamento e livellazione» (18).

(17) I lavori furono progettati dal tecnico comunale Pier Francesco Corradi che realizzò il «Progetto per il compimento della pubblica strada da passeggio detta di S. Martino». L’ultimazione di questa strada comportò l’allargamento del tratto, lungo m 106,40, compreso tra il cancello di San Martino e il sedile detto di Belvedere. «La posizione di questo sedile fa sì che il breve tronco di strada non possa essere retto, pertanto, seguendo l’andamento del muro, che si trova a destra di chi va al belvedere, la strada sarà rettilinea fino all’incontro della rampa che sale a san Martino».
(18) C. ZENOBI Storia di Trevi, 1746-1946, pag. 239

Nel 1899 fu anche deciso di realizzare all’inizio della «passeggiata» un giardino pubblico.

Per capire come si arrivò a questa decisione dobbiamo partire da un antefatto: come noto a tutti i trevani, intorno al convento di San Martino vi è un piccolo boschetto con lecci prevalenti e qualche cipresso colonnare. Boschetto e convento divennero di proprietà comunale nel 1866 con le leggi sui beni ecclesiastici. Nel 1891 i Francescani riacquistarono dal Comune gli edifici conventuali e nel 1898 lo stesso ordine religioso chiese di poter ricomperare anche il bosco circostante, proponendo in permuta un edificio in località Sanmartinello (19). Come sempre accade in questi casi, ci fu chi si schierò a favore della vendita/permuta e chi, invece, contro.
Nel periodico La Torre di Trevi del 1 maggio del 1898 si legge che il Campanaro propose al Sindaco di accettare la vendita, evidenziando quanto il bosco fosse fuorimano e di difficile manutenzione come verde pubblico e suggerendo di realizzare un giardino per la città in prossimità di piazza Garibaldi, occupando in parte l’antico camposanto di proprietà comunale e in parte un uliveto privato. E nello stesso periodico dell’8 settembre 1898 si racconta di una petizione pubblica per ridare il bosco ai frati.
Il 16 ottobre dello stesso anno, in un Consiglio comunale molto combattuto si decise di accettare la permuta (con lo scarto di un solo voto a favore della richiesta dei Francescani). Nella successiva seduta consiliare del 1 gennaio 1899 il bosco fu valutato L. 4000 e la proprietà di Sanmartinello L. 1250. Ne derivò un conguaglio a favore del Comune che deliberò di utilizzare questa somma proprio per la costruzione del giardino pubblico all’inizio della passeggiata (20).

(19) Sanmartinello o San Martinello, località oggi più conosciuta come Malborghetto; il fabbricato era definito ottimo come lazzaretto in caso di epidemia.
(20) C. ZENOBI Storia di Trevi 1746-1946, pag. 284.

Dodici anni più tardi, nell’aprile del 1911…

il Consiglio comunale acquistò un oliveto di proprietà di Giuseppe Befani sito precisamente nel terreno sottostante l’inizio del viale e ne autorizzò il riempimento con materiali di rifiuto [inerti] «con l’intento di allargare il piazzale e trasformarlo in pubblico giardino (così come in effetti è avvenuto)» (21).
Nel 1927 furono autorizzati altri lavori di sistemazione e ammodernamento sia della «passeggiata», sia dei giardini pubblici (22).
I giardini nel tempo sono diventati un punto di riferimento per le famiglie di Trevi (e non solo) perché offrono un sicuro riparo dalla canicola estiva e al contempo sono stati arredati con tanti giochi per il divertimento dei bambini. Diverse specie arboree ombreggiano questo spazio cittadino: ai lecci tipici del nostro ambiente si affiancano esemplari di pino domestico, pino nero, cipresso dell’Arizona, ippocastani e sofore.

(21) C. ZENOBI Storia di Trevi 1746-1946, pag. 316.
(22) Ivi, pag. 356.

Lungo una prosecuzione dei giardini che «corre» parallela al primo tratto di viale Ciuffelli è stato inoltre realizzato un percorso salute attrezzato.

A conclusione di questo excursus dedicato alla storica «passeggiata» così cara a tutti i trevani, riportiamo un’annotazione sull’intitolazione del viale ad Augusto Ciuffelli, più volte ministro del Regno d’Italia, nato a Massa Martana il 23 novembre 1856 e morto a Roma nel 1921.
Ciuffelli ottenne per Trevi i finanziamenti necessari alla costruzione dell’edificio scolastico cittadino e per la realizzazione dell’impianto dell’energia elettrica. L’intitolazione all’uomo politico umbro avvenne, probabilmente, nello stesso anno della sua morte, quando fu anche eretto un monumento celebrativo in suo onore: un busto marmoreo realizzato dallo scultore Quattrini.
L’opera fu posta, inizialmente, in un’aiuola sul lato sud ovest di piazza Garibaldi e successivamente, negli anni ’50, fu trasferita in un’esedra realizzata quasi in fondo al viale stesso, ove è ancora possibile ammirarla (23).

(21) C. ZENOBI Storia di Trevi 1746-1946, pagg. 302-303.

Sempre parlando della bella «passeggiata di San Martino», annotiamo che poco dopo il Convento, dove oggi passa l’itinerario escursionistico conosciuto come «Via di Francesco – Via di Roma», scende un’antica strada (26), mezzo carrareccia e mezzo mulattiera, con la quale si può raggiungere Collecchio, transitando davanti a un ingresso secondario di una antica villa di campagna: Villa Plini. Di particolare interesse è il portale di questo ingresso, inusualmente arricchito di belle pitture.

In riferimento a questi luoghi, Bruno Toscano, nella sua presentazione del volume dedicato alle edicole sacre del territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, annota che «il piano erboso della mulattiera, la farnia dominante, il muro a secco che recinge l’uliveto e, congiunto a un vecchio terrazzamento, il portale di ingresso al fondo agricolo, forse trasformazione di un’edicola»(27) ci restituiscono «ancora un seducente equilibrio di manufatti e di presenze naturali». Ci fa notare, inoltre, che lungo questa strada all’altezza del bivio che ridiscende verso l’antico ospedale di San Tommaso vi è, come in passato spesso accadeva, una fonte, che forse si può identificare con quella anticamente conosciuta come «fonte di S. Severino». Ma la descrizione e i riferimenti al nostro ambiente continuano: «Il pregio dei singoli edifici era esaltato sia dalla serie quasi coeva di omologhi che veniva a formarsi, sia dalla micro-rete viaria che li collegava e che a sua volta si allacciava alla più battuta strada pedemontana verso nord e, a maggior ragione, all’asse della ‘via romana’, come la via Flaminia era chiamata. In tal modo, ad assumere un forte rilievo era, per dir così, un valore collettivo, costituito da un insieme di luoghi, un territorio che si popolava di testimonianze o anche di semplici segni, in grado di rispecchiare le abitudini, le frequentazioni, le difficoltà, ma anche l’ingegnosità e la progettualità di individui e di aggregazioni da noi così lontani» (28).

Oltre al richiamo evidente alle viabilità che stiamo cercando di disegnare con questo lavoro, il riferimento di Bruno Toscano è interessante anche per evidenziare come, in queste ricostruzioni, diventi di notevole importanza il valore collettivo di semplici segni «con i loro caratteri identitari di natura e di storia, con i segni di vita che trasmettono, con i percorsi, anche conoscitivi, che suggeriscono».

(26) Questa strada da una parte scende come descritto e dall’altra risale la china verso monte, collegandosi alla strada per Coste.
(27) Il riferimento è proprio al portale dell’ingresso secondario di Villa Plini.
(28) B. TOSCANO «Introduzione» in Edicole sacre nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, Rubbettino s.r.l., Soveria Mannelli (CZ) 2008.

NOTA BENE: per le (NOTE) abbiamo mantenuto gli stessi riferimenti numerici presenti nel volume cartaceo, anche laddove per rendere meglio fruibile il testo sul web abbiamo anticipato/posticipato i paragrafi!

La «passeggiata di San Martino» prosegue idealmente oltre Trevi e ne rappresenta, in un certo qual modo, il collegamento ideale all’ambiente collinare olivato che la circonda.
In passato, innestandosi tramite la «strada nuova di Foligno» alla via Flaminia, ne consentiva il congiungimento ad altri centri urbani umbri come, appunto, la città di Foligno.
Oggi da viale Ciuffelli si arriva alla strada provinciale che verso Nord ricalca in parte l’antica «strada nuova», con questa si raggiungono dapprima le più recenti declinazioni della via Flaminia e Foligno, per poi proseguire, con altre strade, ancora oltre verso Spello, Assisi, Perugia e via dicendo.

Ricostruzione cartografica e legenda
Preferenze sulla Privacy

Quando visitate il nostro sito web, esso può memorizzare informazioni attraverso il vostro browser da servizi specifici, di solito sotto forma di cookie. Qui puoi modificare le tue preferenze sulla Privacy. Vale la pena notare che il blocco di alcuni tipi di cookie può influire sulla vostra esperienza sul nostro sito web e sui servizi che siamo in grado di offrire.

Clicca per abilitare/disabilitare Google Analytics tracking code
Clicca per abilitare/disabilitare Google Fonts
Clicca per abilitare/disabilitare Google Maps
Clicca per abilitare/disabilitare video embeds
Il nostro sito web utilizza i cookie, principalmente da servizi di terze parti. Definite le vostre preferenze sulla privacy e/o acconsentite all'uso dei cookie.