Trevi, Rio Secco, Madonna della Neve

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Si trova all’interno della Villa di Rio Secco, ad una quota di circa m 1103 s.l.m.

Vi fu fatta erigere dall’abate Alexandro, per sostituire la chiesa romanica di S. Pietro che, restata fuori dalle mura, era andata progressivamente in rovina. Internamente la chiesa è a sala unica.
Esternamente annotiamo la presenza di un portale archivoltato e di un modesto campaniletto a vela.
Il tetto è semplice a due spioventi.
Ricordiamo, per curiosità, che la Madonna della Neve si festeggia il 5 agosto.
Rio Secco è stata una villa di una certa importanza, per un periodo balìa autoreggentesi, in altri periodi alle dipendenze di Pettino o di Coste.
Nel 1432 all’interno vivevano venti famiglie.
Prese il nome dal fosso che nascendo dal monte alle spalle del piano di Rio Secco scorreva sotto la villa.
La Villa di Rio Secco confinava con Pettino, Cammoro e Coste ed aveva un territorio molto povero, selvaggio, montagnoso e boscato con pochi acri coltivabili, tra cui ricordiamo il già citato Piano di Rio Secco, piano carsico di notevole interesse ambientale e paesaggistico, probabilmente anticamente nominato Piano de’ Pozzi.
In questo piano vi era, forse, l’unica possibilità di approvvigionamento idrico della zona. Avveniva mediante uno o più pozzi, che permettevano di estrarre l’acqua presente nel piano stesso.
Una fonte di acqua peraltro molto legata alla variabilità meteorologica, in quanto strettamente connessa alla quantità degli afflussi pluviali.
L’unica risorsa economica di questa Villa derivava in pratica dal pascolo, peraltro abbastanza misero poiché il territorio, come detto, era privo di fonti di acqua viva (sorgenti perenni) e l’unica possibilità di approvvigionamento idrico anche per l’attività zootecnica era ancora una volta strettamente legata ai pozzi del Piano.
Rio Secco, con tutte le abitazioni dipendenti, venne acquistato dalla famiglia Valenti.
L’abate Alexandro, infatti, intese farne un castello e vi fabbricò «[…] col disfacimento delle altre fabriche, la ben grande abitazione ad uso di castello, facendo (che) si dichiarasse contea per sé e per i suoi successori […]»
Era circa l’anno 1535.
Attualmente la Villa di Rio Secco è di proprietà della (ex) Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio, ente locale posto in liquidazione dalla Regione Umbria [Legge Regionale n. 18/ 2011].

«Il 4 giugno del 1553 si presenta al Consiglio generale del comune di Spoleto il notaio Pergirolamo Delfini rientrato da poco in città Riferisce di aver sentito dire a Roma che Alessandro Valenti di Trevi aveva richiesto in Curia la spedizione di un breve pontificio che lo autorizzasse a costruire un castello, ai confini dei castelli di Orsano e Cammoro, nel luogo chiamato Rivosecco e ad esserne riconosciuto con il titolo di conte e signore, insomma una sorta di investitura feudale a tutti gli effetti. Il Consiglio che vede nella richiesta del Valenti una minaccia ai propri diritti, dapprima cerca di assumere informazioni certe dagli abitanti dei propri Castelli e nomina una commissione di 5 uomini con il compito di indagare. La commissione si riunisce per la prima volta il 9 giugno con una modalità ispirata alla massima riservatezza, giacché, di fatto non esisteva nessun documento ufficiale sull’affare. Il 20 giugno il comune spoletino, alle prese con i gravissimi problemi determinati dall’alluvione del settembre 1552, in stato di forte preoccupazione per il passaggio delle truppe imperiali e sempre più impegnato a contrastare le vessazioni fiscali romane, decide di inviare degli ambasciatori a Roma. Fra le istruzioni loro date figura anche quella di fare in modo che il progetto del Valenti sia bloccato ad ogni costo. La missione ha successo: il governatore della città Baldovino Ciocchi del Monte, fratello di papa Giulio III, prende decisamente le parti dei suoi governati e, dopo aver opportunamente preparato il terreno, di fatto ferma la spedizione del breve.
Al Valenti dunque non resterà che aspettare altri tredici anni per realizzare il sogno di vedersi investito di un titolo nobiliare, cosa che accadrà sotto il pontificato di Pio V, come ricorda una pomposa lapide conservata, insieme al suo monumento funebre, nella chiesa di San Giovanni di Trevi.»

TREVI, RIO SECCO, CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE `{` CHURCH OF OUR LADY OF THE SNOW`}`

It is located inside the Villa of Rio Secco at an altitude of about 1103 metres above the sea level.

It was built by Abbot Alexandro to replace the romanesque church of St. Pietro, which remained outside the walls and fell into gradual ruin.
The church has a single hall, with an arched entrance portal and a modest bell tower.
The roof is simple and has two slopes.
We recall, out of curiosity, that Our Lady of the Snow is celebrated on August 5th.
Rio Secco was an important villa, at one time self-governing, at other times dependent from Pettino or Coste with it which it confined; it had a very poor, wild, mountainous and wooded territory with only a few cultivable acres, including the Piano di Rio Secco of karstic origin and of considerable environmental and landscape interest.
The Villa took its name from the ditch that runs not far away and springs from the mountain at the back of the Rio Secco plain, probably formerly called Piano de’ Pozzi.
Here there was perhaps the only possibility of water supply in the area. This was done by means of one or more water wells, which made it possible to extract the water available in the plain itself.
A source of water, however very much linked to meteorological variability, as it was closely linked to the quantity of rainwater inflows.
The only economic resource of this Villa derived from practicing grazing, resulting quite poor since the area, as mentioned before, lacked of sources of clear water (perennial springs) and the only possibility of water supply for livestock activity was, once again beeing closely linked to the wells of the ‘Piano’.
In 1432, just for understanding its dimensions, twenty families lived in Rio Secco.
Rio Secco, with all its dependent dwellings, was bought by the Valenti family.
The Abbot Alexandro, in fact, wanted to convert it into a castle and rebuilt by using the demolition of the other buildings, the large dwelling for it’s use as for a castle, declaring it a county for himself and his successors.
This was around 1535.
Rio Secco is currently owned by the (former) Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio, local authority
put in liquidation by the Administration of the Region Umbria.

The translation of this post is edited by Patrizia ANTONELLI

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