Itinerario 07 ‘Trevi 4 passi’ – Da Costa San Paolo a Casetta Ciccaglia (o Ciccaia) e ritorno

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Itinerario: Itinerario 07 ‘Trevi 4 passi’ – Da Costa San Paolo a Casetta Ciccaglia (o Ciccaia) e ritorno
Tempo: 4 ore circa
Dislivello salita: 375 m circa
Difficoltà: E
Rilevatore: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci
Autore della scheda: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci

Questo itinerario è stato pubblicato nel volumeTrevi quattro passi tra storia e natura, 1998; non è segnalato sul terreno, ma interseca e in parte interessa tratti di sentieri con segnavia; è stato riprodotto con QGIS dalla carta pubblicata con il volume, successivamente georeferenziata: quindi, non è il frutto di un rilievo con GPS sul terreno, ma di una rielaborazione cartografica di tracciati, ovviamente realmente percorsi più volte e derivanti da una profonda conoscenza del territorio. Attualmente, tuttavia, i percorsi pubblicati nel volume non sono soggetti a manutenzione e quindi è possibile che alcuni tratti non siano completamente, facilmente, percorribili. Nel medesimo luogo, inoltre, si possono trovare, da un anno all’altro, delle modifiche/varianti legate alla continua evoluzione di un territorio che pure di grande respiro ambientale e paesaggistico è comunque, almeno in certe zone, fortemente antropizzato, con boschi e pascoli tuttora utilizzati. Strade e piste per la gestione dei boschi possono apportare nel breve periodo di qualche stagione di taglio modifiche anche importanti alla viabilità minore, così come le carrarecce realizzate per combattere la piaga degli incendi boschivi. Il nostro impegno è di segnalare eventuali problemi non appena ne veniamo a conoscenza. L’impegno di tutti è di prestare la massima attenzione nel percorrere tutti i sentieri, anche i più facili, specie in situazioni di evidente variabilità atmosferica e in caso di nebbia. Ci piace infine ricordare questo aforisma: ‘Non esiste la montagna facile o quella difficile. Esiste solo la montagna!’

Il punto di partenza è fissato a Costa San Paolo. Si consiglia di parcheggiare prima di giungere al paesino. Il tempo di percorrenza totale, compresa una sosta per il pranzo, è di circa 4 ore. Il dislivello in salita è di 375 m circa. Un luogo adatto per la sosta è Casetta Ciccaglia. Per informazioni rivolgersi alla Università Agraria di Coste, proprietaria del rifugetto. Per avere l’indirizzo di questo Ente ci si può rivolgere al Comune o alla Comunità Montana. Questo itinerario è adatto per tutta la famiglia, tuttavia almeno per un tratto è piuttosto pendente. Risulta pertanto faticoso specie se percorso nel periodo estivo, con clima caldo umido. Presso Casetta Ciccaglia c’è un affioramento fossilifero di Rosso Ammonitico. Anche lungo questo itinerario mancano fonti di acqua potabile.

Fissiamo la partenza poco dopo l’abitato di Costa San Paolo, che dista circa 4 km da Trevi. A Costa San Paolo prendiamo la strada, sterrata, che prosegue oltre il nucleo abitato e conduce sulla montagna, proprio a Casetta Ciccaglia e quindi, con tratti percorribili con automezzi a quattro ruote motrici, sino a Pettino, nel comune di Campello sul Clitunno.
Usciti dal paese, la seguiamo per circa 200 m. A destra, approssimativamente alla quota di m 800 s.l.m., prendiamo un sentierino che procede in leggera discesa, fino alla quota di circa 783 metri s.l.m. All’imbocco del sentiero, sulla sinistra, notiamo una ceppaia di ippocastano. La mulattiera risale un poco e poi prosegue a mezza costa, girando intorno a la Cesa. Da qui potremo godere di un magnifico panorama sull’intera vallata.
Procediamo lungo questo sentiero, in leggerissima discesa, sino ad incontrare sulla destra un bivio evidente (circa a forma di Y). Per riferimento, evidenziamo, a monte, la presenza di un piccolo “brecciaio” che è seguito da banchi di grigia roccia calcarea. Prendiamo la deviazione e la seguiamo. Dopo pochi metri, al bivio successivo ignoriamo il sentiero che scende. In pratica procediamo risalendo la valle dell’Eremita. Pochi passi e vediamo, sulla sinistra, dei muretti a secco che proteggono ancora antichi terrazzamenti. Scendiamo un poco e, sempre sulla sinistra, troviamo i ruderi della Chiesa di Santa Croce della Valle dell’Aquila e dell’Eremita.

Ritorniamo sui nostri passi, riprendiamo il sentiero principale dal quale abbiamo deviato per scendere ai ruderi dell’antica struttura e, in poche centinaia di metri, arriviamo a Casa dell’Eremita (visibile sulla sinistra, quota di riferimento circa m 800 s.l.m.). L’ultimo abitante di questa casa fu certamente Francesco Marianucci detto ‘Marchittu’ o ‘Lu Guerciu’, boscaiolo, analfabeta ma conoscitore di lunghi brani dell’Orlando Furioso, che come da tradizione erano tramandati oralmente tra pastori. A sua volta rimatore, le sue satire ci sono giunte di terza mano, ormai incomplete, ma più fonti concordano che le migliori sono tutte in endecasillabi esattamente come il poema che amava declamare. ‘Marchittu’ nacque a Sellano circa il 1844, ebbe due mogli e due figli e morì a Roma, nel 1925, dove si era trasferito  al seguito di uno dei suoi ragazzi. Scendeva a Trevi solo per lo stretto indispensabile: come per vendere la legna e per gli acquisti necessari. Tra le poesie di “Marchittu” ne riportiamo una dedicata alla capitale d’Italia. [Ringraziamo Franco Spellani per averci raccontato la storia di questo personaggio, un giorno lontano in cui abbiamo percorso insieme la valle dell’Eremita alla ricerca della chiesa  omonima e abbiamo fotografato i ruderi della vecchia abitazione, e per averci, in seguito, fatto conoscere alcune sue poesie, tra cui quella qui riportata.]

Roma

Roma te dà e non te dona:
li vecchj l’ammazza
e li joveni li doma.
Prima parja de sta’ su ‘nantru munnu
e pu’ de ji a fini’ jo lu sprufunnu!

Proseguiamo e superiamo un primo ramo montano del Fosso dell’Eremita, quindi un secondo ed infine giungiamo all’asta principale. Dopo averla superata (circa 20-25 m), dal sentiero evidente si stacca, sulla sinistra, una traccia di mulattiera. Si tratta di un possibile itinerario di salita verso Casetta Ciccaglia, invero molto faticoso, che descriviamo semplicemente per il fatto che durante una nostra escursione – dicembre 1995 – lo abbiamo trovato segnalato in rosso e per curiosità lo abbiamo seguito. Passiamo a descriverlo: procediamo in salita erta, per tracce molto confuse anche per la successione di tagli del ceduo. Seguendo i segni rossi si raggiunge un sentiero di nuovo ben evidente. Lo prendiamo, sempre salendo, a sinistra. Con questa mulattiera raggiungiamo in breve una strada, la così detta ‘corta’, che da Coste conduce a Casetta Ciccaglia, con la quale raggiungiamo la nostra meta.
Torniamo ora al sentiero che descriviamo per questo itinerario, proposto nel 1997 dal Club Alpino Italiano (precisamente dall’allora Presidente Enrico Cittadoni) ma successivamente abbandonato dall’Associazione. Questo tratto, pertanto, passando dentro il bosco e non essendo soggetto a manutenzione potrebbe essere difficile da individuare.
Questo inizia, circa 100 – 110 m dopo il fosso, a sinistra. Dopo circa 50 metri lo abbandoniamo per un altro sentierino che ascende sulla sinistra di quello appena lasciato. Con quest’ultimo saliamo dapprima zig – zagando, quindi in direzione E-NE. Dopo circa 240 m il sentiero pare interrotto da un ‘masso’ o ‘speroncino roccioso’. Giunti sul posto ci accorgiamo che le tracce proseguono aggirando il sasso e, in breve, percorsi altri 45-50 m circa, perveniamo ad una carrareccia che possiamo raggiungere risalendo una ripetta. Come elemento di riferimento indichiamo un giovane leccio, sperando che i tagli del bosco lo lascino in posto.
Giunti sulla carrareccia boschiva, prendiamo a sinistra e ben presto ritroviamo i segni rossi del percorso precedentemente descritto. Li seguiamo per un tratto. Attraversiamo il fosso e poco dopo, ad un bivio, prendiamo a destra. Siamo giunti alla quota di circa m 940 s.l.m. Il sentiero risale ora il pendio quasi parallelamente al corso d’acqua, quindi lo riattraversa. Saliamo ancora un poco ed incontriamo un altro tracciato che taglia il bosco e che prendiamo, verso sinistra, in salita. Di nuovo al nostro cospetto i segni rossi dell’altro percorso. Il nostro itinerario diviene per un tratto abbastanza faticoso. Superiamo, o meglio attraversiamo, una piazzola di una vecchia carbonaia e continuiamo in direzione del fosso.
Lasciata a sinistra un’altra di queste nere piazzole, superiamo nuovamente il corso d’acqua, ricordando che come quasi tutti i nostri fossi di montagna anche questo appare quasi sempre asciutto ma può divenire pericoloso in occasione di forti precipitazioni stagionali.
Proseguiamo e ancora una volta troviamo un segno rosso lungo il sentiero. L’itinerario in questione coincide da questo punto in poi con quello sopra indicato e che potremmo definire dei ‘segni rossi’. Con questo giungiamo alla ‘corta’ che da Coste conduce a Casetta Ciccaglia (toponimo Lago delle Vecchie). Un piccolo avvertimento: lungo il percorso appena descritto, che noi consideriamo il vero tratto intermedio del ‘Sentiero del Fosso dell’Eremita’ per Casetta Ciccaglia, dovremo prestare attenzione alla presenza di filo spinato che abbonda specialmente verso valle, salendo.
La ‘corta’ è segnata sulla Carta dei Sentieri del Comprensorio Spoletino, edita dal Club Alpino Italiano, sez. di Spoleto. Continuando in salita, raggiungiamo in breve Casetta Ciccaglia (alla quota cartografica di m 1153 s.l.m. – tavoletta I.G.M.).
Il lago è stato recentemente sistemato ed approfondito, nell’ambito dei progetti volti anche alla prevenzione degli incendi boschivi, dal Consorzio della Bonificazione Umbra, con sede in Spoleto.
La Casetta è stata ristrutturata dalla Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano. Si tratta di un immobile di proprietà dell’Università Agraria di Coste che può essere contattata per verificare la possibilità di soggiorno nel rifugio.
Intorno a Casetta Ciccaglia e sul valichetto sotto il monte Serano, a monte della strada che parte proprio dal Lago delle Vecchie, troviamo delle strutture pic-nic, con caminetto, panche e tavolo. Vi sono anche dei contenitori in legno per i rifiuti: il nostro consiglio, per garantire la pulizia dei luoghi, è comunque di raccogliere e portare i rifiuti in città, per gettarli nei cassonetti della nettezza urbana. Pensiamo ora al ritorno. Suggeriamo di non prendere direttamente la strada segnata dal Club Alpino, che comunque rappresenta ovviamente un ulteriore possibile itinerario, né tanto meno la carrabile sterrata che si utilizza con le automobili. Proponiamo, invece, il vecchio sentiero di cui sono rimaste, a tratti, solo poche tracce e che attraversa il bosco ceduo a NNE e NE del Lago delle Vecchie. Per inciso annotiamo che anche lungo questo percorso si rinviene un interessante livello fossilifero di Rosso Ammonitico.
Il sentiero che proponiamo, parte direttamente dalla strada principale, a pochi metri da Casetta Ciccaglia, scendendo sulla sinistra. È dapprima poco evidente, quindi si segue abbastanza facilmente. Circa alla quota di m 1076 s.l.m. è presente, anche se non molto visibile, un bivio. Scegliamo quello che scende in maniera evidente e che ci conduce a la Cesa, intercettando alla quota di circa m 940 s.l.m. la strada sterrata principale. Con un altro tratto di sentiero, invero appena una traccia da seguire a vista, si può evitare anche il successivo tornante dello stradone e arrivare così alla quota di circa 904 metri s.l.m. Percorriamo approssimativamente altri 800 m lungo la strada principale e siamo di nuovo a Costa San Paolo.

La carbonaia è una piazzola utilizzata, specie in passato, per preparare il carbone con una tecnica antica, ormai quasi perduta, che abbiamo avuto modo di ammirare pochi anni or sono sui monti Sibillini, più precisamente nella zona della Madonna dell’Ambro (in provincia di Macerata) ed anche nella zona del massiccio del Monte Nerone, presso il Monte Cardamagna (in provincia di Pesaro). La legge impone che durante la preparazione del carbone, il terreno circostante sia vigilato giorno e notte da operai esperti al fine di evitare ogni pericolo di incendio al bosco circostante.

Download itinerario

L’itinerario può essere scaricato per utilizzarlo con i dispositivi GPS, le applicazioni GPS dei dispositivi Android, iOS, ecc., e per elaborarlo con i più diffusi software GIS.

Prima di intraprendere ogni nuovo cammino, ti invitiamo a leggere le 'AVVERTENZE PER L’USO DEI PERCORSI PROPOSTI'.

Il modello di rappresentazione dell'itinerario derivante da Google Maps sopra visualizzata può differire nella lunghezza rispetto a quanto rilevato sul terreno. Per questo ti invitiamo a fare riferimento ai dati tecnici della scheda.

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